mercoledì 10 dicembre 2008

Olivo nel vento di Dicembre

Olivo nel vento di Dicembre























Credevo che il mio viaggio
fosse giunto alla fine
mancandomi oramai le forze.

Credevo che la strada
davanti a me
fosse chiusa
e le provviste esaurite.

Credevo che fosse giunto
il tempo
di trovare riposo
in una oscurità pregna
di silenzio.

Scopro invece che i tuoi
progetti
per me non sono finiti
e quando le parole ormai
vecchie
muoiono sulle mie labbra
nuove melodie nascono dal
cuore;
e dove ho perduto le tracce
dei vecchi sentieri
un nuovo paese mi si apre
con tutte le sue meraviglie.

-Da Gitanjali –
Rabindranath Tagore

martedì 18 novembre 2008

Ancora Venezia ...

San Giorgio























VENISE

Dans Venise la rouge,
Pas un bateau qui bouge,
Pas un pêcheur dans l'eau,
Pas un falot.

Seul, assis à la grève,
Le grand lion soulève,
Sur l'horizon serein,
Son pied d'airain.

...

Alfred de Musset
Contes d'Espagne et d'Italie (1830

Venezia ...

Sotto la Scala Contarini del Bovolo





















Domenica 9 Novembre con Daniele e Gabriella

domenica 19 ottobre 2008

Autunno

Autunno






























Il tempo che ti spetta ha un limite ben preciso e se non lo utilizzerai per raggiungere la serenità, anche tu svanirai e non ti sarà più permesso di approfittarne un'altra volta
Marco Aurelio

mercoledì 8 ottobre 2008

Luna d'Ottobre

Luna d'Ottobre






























So, we'll go no more a-roving
So late into the night,
Though the heart be still as loving,
And the moon be still as bright.

For the sword outwears its sheath,
And the soul wears out the breast,
And the heart must pause to breathe,
And love itself have rest.

Though the night was made for loving,
And the day returns too soon,
Yet we'll go no more a-roving
By the light of the moon.


George Gordon Byron, Lord Byron. 1788–1824

domenica 21 settembre 2008

Alberto Manzi alla Fiera del Libro di Torino


Visto che stiamo tornando indietro nel tempo ... 
almento tornassimo a LUI!

venerdì 5 settembre 2008

Contro il maestro unico!


Povera scuola ...
Povera Italia ...



giovedì 7 agosto 2008

Scotland

Eilean Donan Castle
























My heart's in the Highlands, my heart is not here;
My heart's in the Highlands a-chasing the deer;
Chasing the wild deer, and following the roe,
My heart's in the Highlands, wherever I go.


Robert Burns, (1759 - 1796)
Scottish poet 
My Heart's in the Highlands

giovedì 3 luglio 2008

Trasloco ...

Ultima notte in VDG






























Che dire ... incomincia un'altra vita?

    
   

mercoledì 11 giugno 2008

Home Sweet Home 4



La luce ... finalmente!!!

     

sabato 10 maggio 2008

Home Sweet Home 3

Finalmente!!!























Abbiamo le chiavi!  

   

venerdì 18 aprile 2008

Aprile

Aprile






















Peccato che questa meraviglia duri pochi giorni ... ora sembra di essere di nuovo in Novembre 
























Meno male che i lavori proseguono ... 

giovedì 20 marzo 2008

Marzo ...

Luna piena di primavera























È mah, è forse …
È quando tu voli, rimbalzo dell'eco
È stare da soli
È conchiglia di vetro, la luna e i falò
Il sonno, la morte, è credere o no
Margherita di campo, la riva lontana
Artù, babau! è la fata Morgana
È folata di vento, l’onda dell'altalena
Un mistero profondo, una piccola pena
Tramontana dai monti domenica sera
È il contro ed il pro, voglia di primavera
È la pioggia che scende, vigilia di sera
È l'acqua di marzo, è c'era o non c'era
È si è no, è il mondo com'era
Madamadorè, burrasca passeggera
È una rondine al nord, la cicogna, la gru,
Un torrente, una fonte, una briciola in più
È il fondo del pozzo, la nave che parte
Un viso col broncio, è stare in disparte
È spero, è credo, una conta, un racconto
La goccia che stilla, un incanto, un incontro
È l'ombra di un gesto, qualcosa che brilla
Il mattino che è qui, la sveglia che trilla
È la legna, è il fuoco, il pane, la biada,
La caraffa di vino, il viavai della strada
È un progetto di casa, lo scialle di lana,
Un canto cantato, un'andana un'andana
È un passo che senti, che viene e che va
È il profilo dei monti col sole al di là
È la pioggia di marzo è quello che è
La speranza di vita che porti con te
È mah, è forse …
È quando tu voli, rimbalzo dell'eco
È stare da soli
La rosa, lo yoyo, ninna o ninna a
È un dolore, però tanto male non fa
È la pioggia di marzo è quello che è
La speranza di vita che porti con te
È mah, è forse …
È quando tu voli, rimbalzo dell'eco
È stare da soli
È un passo che senti, che viene e che va
È un grande orizzonte, è quel che sarà
È la pioggia di marzo è quello che è
La speranza di vita che porti con te
È mah, è forse …
È quando tu voli, rimbalzo dell'eco
È stare da soli
È mah, è forse …
È quando tu voli, rimbalzo dell'eco
È stare da soli
È mah, è forse …
È quando tu voli, rimbalzo dell'eco
È stare da soli

A. C. Jobim - I. Fossati

martedì 4 marzo 2008

lunedì 3 marzo 2008


Sul lago Tana

Primo Post!!! (vero!)

Saluti e baci!

Tutto il resto è ... TRASFERITO!

venerdì 22 febbraio 2008

Home Sweet Home 1

Home sweet home 1






























Siamo alle prese con pareti, piastrelle, pavimenti …  

sabato 26 gennaio 2008

Giornata della Memoria

Ho ricevuto da Giorgio ...


In riferimento alla “Giornata della Memoria” prevista per il 27 Gennaio, ho voluto togliere dal cassetto questo “scritto” (non so come chiamarlo) per dedicarlo alle mie colleghe, alle bidelle e a tutte le donne di questa scuola.
Ho sempre sostenuto che senza la forza e il sacrificio delle donne (nostre mamme, nonne, bisnonne …) non saremmo riusciti a ricostruire così in fretta una nazione.
Sono loro che, durante la guerra, hanno saputo, con innumerevoli sacrifici, sostituire gli uomini chiamati alla guerra.
La donne a cui mi rivolgo non hanno colore, è chiaro che molte hanno sofferto più di altre.
Ma il semplice fatto che durante il ventennio venivano spesso chiamate “fattrici” e considerate solamente tali, la dice lunga sui rapporti uomo – donna all’interno della famiglia e della società.
 
Regina della Molassa
Regina sente i passi
sulle tavole sconnesse del fienile,
lui si sta allontanando,
ha finito.
Non vuole muoversi,
vuole stare ferma,
in silenzio,
come prima,
mentre una zampa di capra
le rovistava il ventre.
Non un grido,
non una supplica,
erano la droga
che lui voleva,
che lui cercava,
l’estasi della sopraffazione,
della profanazione.
No!
Così è finito in fretta,
con il rumore dei suoi stivali
neri e lucidi
con l’odore marcio della divisa
nera e lucida
con la rabbia
nera e lucida
per la mancanza del grido,
il suo appagamento.
Fa caldo sul fieno,
Regina si decide
ad aprire gli occhi.
Dallo squarcio sul muro di pietra
vede le foglie del fico
grandi e verdi.
Dio si è nascosto
dietro una foglia di fico,
ha lasciato il passo
alla guerra e alla morte.
Toni nella steppa russa.
avrà caldo anche lui.
Dio, nella steppa,
dietro cosa si nasconde?
Toni, il suo primo, unico uomo,
poi zampa di capre,
nero e lucido
dagli occhi chiari.
Con un gesto automatico
si accarezza il ventre.
Va tutto bene,
solo due gocce di sangue
sui petali secchi del quadrifoglio.
Regina osserva il fienile
tutto attorno, stupita.
Dovrebbe arrivare una lettera,
notizie prima dell’inverno.
“- Madonna pensaci tu,
tu sei donna,
i maschi fanno la guerra”
Molassa – Barcis Settembre 2000

Questo scritto ha una storia:
Stavo facendo dei lavori di volontariato in un piccola frazione di Barcis, Molassa, appunto.
Eravamo un po’ più in alto del borgo ed ero sceso a prendere una scorta d’acqua per gli amici.
Seduta su un muretto di cinta c’era una bella e gentile signora ottantenne. Io non riesco a non cominciare un discorso, e siamo finiti ai ricordi di guerra, cioè a quando anche Barcis è stata incendiata dai Nazi-fascisti.
Lei ha incominciato a raccontarmi una storia, ma io avevo fretta, perché i miei compagni avevano sete.
Le dissi che sarei tornato per ascoltare la sua storia, ma purtroppo non potei farlo entro breve, così quando risalii alla Molassa, lei era già tornata in città.

Ciò che ho scritto quindi non ha nessun riscontro reale, ma è la somma di tante storie sentite.

Giorgio
 

mercoledì 16 gennaio 2008

Etiopia

Vigilia di Leddet (Natale) a Lalibela (Etiopia)






























Ci sono due modi di viaggiare. Nel primo si percorrono grandi distanze in poco tempo, ci si muove, ci si sposta, s'imparano a conoscere i lineamenti generali delle montagne, delle valli, gli aspetti più evidenti della gente e del loro carattere. Nell'altro si sosta, si va in profondo, si mettono un poco le radici e si cerca di suggere dalla terra l'invisibile linfa spirituale di cui si  nutrono gli abitanti del posto. Ambedue sono modi legittimi, ambedue possono essere fonti di piacere,ambedue possono portare ad utili conoscenze e comparazioni.

Fosco Maraini
Segreto Tibet