sabato 26 gennaio 2008

Giornata della Memoria

Ho ricevuto da Giorgio ...


In riferimento alla “Giornata della Memoria” prevista per il 27 Gennaio, ho voluto togliere dal cassetto questo “scritto” (non so come chiamarlo) per dedicarlo alle mie colleghe, alle bidelle e a tutte le donne di questa scuola.
Ho sempre sostenuto che senza la forza e il sacrificio delle donne (nostre mamme, nonne, bisnonne …) non saremmo riusciti a ricostruire così in fretta una nazione.
Sono loro che, durante la guerra, hanno saputo, con innumerevoli sacrifici, sostituire gli uomini chiamati alla guerra.
La donne a cui mi rivolgo non hanno colore, è chiaro che molte hanno sofferto più di altre.
Ma il semplice fatto che durante il ventennio venivano spesso chiamate “fattrici” e considerate solamente tali, la dice lunga sui rapporti uomo – donna all’interno della famiglia e della società.
 
Regina della Molassa
Regina sente i passi
sulle tavole sconnesse del fienile,
lui si sta allontanando,
ha finito.
Non vuole muoversi,
vuole stare ferma,
in silenzio,
come prima,
mentre una zampa di capra
le rovistava il ventre.
Non un grido,
non una supplica,
erano la droga
che lui voleva,
che lui cercava,
l’estasi della sopraffazione,
della profanazione.
No!
Così è finito in fretta,
con il rumore dei suoi stivali
neri e lucidi
con l’odore marcio della divisa
nera e lucida
con la rabbia
nera e lucida
per la mancanza del grido,
il suo appagamento.
Fa caldo sul fieno,
Regina si decide
ad aprire gli occhi.
Dallo squarcio sul muro di pietra
vede le foglie del fico
grandi e verdi.
Dio si è nascosto
dietro una foglia di fico,
ha lasciato il passo
alla guerra e alla morte.
Toni nella steppa russa.
avrà caldo anche lui.
Dio, nella steppa,
dietro cosa si nasconde?
Toni, il suo primo, unico uomo,
poi zampa di capre,
nero e lucido
dagli occhi chiari.
Con un gesto automatico
si accarezza il ventre.
Va tutto bene,
solo due gocce di sangue
sui petali secchi del quadrifoglio.
Regina osserva il fienile
tutto attorno, stupita.
Dovrebbe arrivare una lettera,
notizie prima dell’inverno.
“- Madonna pensaci tu,
tu sei donna,
i maschi fanno la guerra”
Molassa – Barcis Settembre 2000

Questo scritto ha una storia:
Stavo facendo dei lavori di volontariato in un piccola frazione di Barcis, Molassa, appunto.
Eravamo un po’ più in alto del borgo ed ero sceso a prendere una scorta d’acqua per gli amici.
Seduta su un muretto di cinta c’era una bella e gentile signora ottantenne. Io non riesco a non cominciare un discorso, e siamo finiti ai ricordi di guerra, cioè a quando anche Barcis è stata incendiata dai Nazi-fascisti.
Lei ha incominciato a raccontarmi una storia, ma io avevo fretta, perché i miei compagni avevano sete.
Le dissi che sarei tornato per ascoltare la sua storia, ma purtroppo non potei farlo entro breve, così quando risalii alla Molassa, lei era già tornata in città.

Ciò che ho scritto quindi non ha nessun riscontro reale, ma è la somma di tante storie sentite.

Giorgio
 

mercoledì 16 gennaio 2008

Etiopia

Vigilia di Leddet (Natale) a Lalibela (Etiopia)






























Ci sono due modi di viaggiare. Nel primo si percorrono grandi distanze in poco tempo, ci si muove, ci si sposta, s'imparano a conoscere i lineamenti generali delle montagne, delle valli, gli aspetti più evidenti della gente e del loro carattere. Nell'altro si sosta, si va in profondo, si mettono un poco le radici e si cerca di suggere dalla terra l'invisibile linfa spirituale di cui si  nutrono gli abitanti del posto. Ambedue sono modi legittimi, ambedue possono essere fonti di piacere,ambedue possono portare ad utili conoscenze e comparazioni.

Fosco Maraini
Segreto Tibet